Noi, donne obsolete, che mestruiamo e partoriamo ancora

Un tempo, essere donna era una condizione biologica e di conseguenza sociale. Il corpo regolava i ritmi, le emozioni, i cicli di vita della donna. Le faceva sperimentare ciclicamente il disagio, il dolore, l’introspezione, l’estasi, l’espansione verso la cura di altri e la contrazione verso l’autoaffermazione.

Invece oggi tutta la biologia femminile è messa in discussione e ci sono sempre più modi per superarla. Già partorire è obsoleto, sentire il dolore pure, concepire non è più d’obbligo, allattare è un optional. In menopausa la donna deve vivere quella gioventù che fino allora le è stata negata attraverso l’abolizione del ciclo mestruale e soprattutto attraverso l’inibizione degli estrogeni nella prima metà della vita.

Il ciclo mestruale è considerato naturale, dice Marta Erba, ma questa naturalità è tutta da mettere in discussione. Le nostre antenate avevano 160 ovulazioni contro le 450 delle donne di oggi. Il menarca arrivava intorno ai 16 anni contro gli 11 anni di oggi e le gravidanze erano molto più frequenti. (Marta Erba, Tempo medico 2000, n. 63 del 29/3/200 “E io mestruo quando mi pare”)

Anche Coutinho e Sheldon sostengono che le donne oggi ovulano troppo, che le loro antenate, facendo più figli, erano più contenute con le loro ovaie. Meno male siamo dotate di 200.000 ovociti alla nascita e di 40.000 nell’età fertile! Troppa abbondanza!

Ma ripartiamo dalle nostre radici.

 

La mestruazione abita il corpo, lo ricorda,

 portando l’attenzione sul ventre, sul dentro,

porta ad una appartenenza ancestrale.

Roberta Giommi, Sessuologa

 

La donna archetipo nei suoi cicli

Nella visione del cerchio archetipico degli stadi della sua vita, la donna parte dal ciclo dell’innocenza, in cui da figlia che esiste solo per sé, sboccia nella ragazza vergine. Incontra per la prima volta il mistero del sangue. Inizia ad aprirsi alla fertilità con innocenza e diventa vulnerabile. Come la donna partoriente, è vulnerabile e potente allo stesso tempo, ha bisogno di essere protetta e sostenuta per potersi aprire pienamente al suo potenziale e rimanere nell’innocenza. Nell’archetipo delle sorelle di sangue la ragazza  impara a condividere il mistero del sangue femminile, a dare, ricevere e chiedere sostegno, solidarietà e aiuto alle “sorelle”, creando dei forti legami con altre donne, attraverso il sangue, una risorsa alla quale può sempre ricorrere nelle tempeste della vita.

Nel ciclo del nutrimento la donna si apre verso l’altro, prima verso l’amante, accogliendolo dentro di sé, poi verso il figlio attraverso la maternità. Cresce il principio ricettivo. Se ha vissuto protezione nell’adolescenza si saprà proteggere anche nella sua maternità. La maternità la porta a confronto con la propria profondità interiore, con la morte come archetipo e il rinnovamento, con la forza dell’abbandono e con l’espansione della coscienza fino a un’apertura estatica. Trova la forza per crescere i figli e muoversi verso il ciclo del potere. Attraverso l’archetipo della levatrice diventa capace ad assumersi rischi e accompagnare altri nella nascita di sé, così come partorisce nuove parti di sé stessa, ampliando la propria personalità. Entra nel ciclo del potere con una contrazione.

L’archetipo dell’amazzone la riporta a sé, ai suoi progetti originari dai tempi della figlia, alla sua autorealizzazione e al suo nucleo selvaggio. Il mito classico dell’amazzone la vuole con un seno tagliato per tirare meglio la freccia. Sicuramente è focalizzata sui suoi obiettivi ed è anche capace di mutilarsi di parte della sua femminilità pur di raggiungerli. Nell’archetipo antico però è un ritorno alla propria natura selvaggia, al legame con la natura.

Nell’archetipo della matriarca dispiega il  suo potere ormai maturo e autentico, aprendosi di nuovo al suo cerchio di relazioni e prendendosene cura con grande equilibrio e pace ne diventa guida, riferimento. Il climaterio turba nuovamente le acque, con le sue oscillazioni ormonali e umorali muove la donna verso il ciclo della saggezza, alla ricerca di un significato esistenziale o spirituale della vita. Come sacerdotessa archetipica torna a focalizzarsi su di sé, ricerca il cerchio delle donne per coltivare la forza visionaria degli ultimi cicli e usare il fuoco della menopausa per purificarsi da vecchi problemi irrisolti. Ancora nel primo archetipo della saggezza, la maga, ne usa il fuoco per un’alchemia interiore tra maschile e femminile, tra i quattro elementi, che le permettono di curare, guarire, gestire la vita e promuovere l’equilibrio dall’interno, sempre più indipendente dall’esterno. La sessualità riesplode, senza inibizioni e limiti, in modo più attivo e diretto. Nell’archetipo della megera, dopo la menopausa, i vissuti del cerchio della vita si cristallizzano in una estrema chiarezza senza più mediazioni e la megera diventa specchio, spesso scomodo, a volte indecifrabile come l’oracolo per gli altri. Non tiene più conto dei condizionamenti sociali e si prepara al distacco che nella Madre oscura trova il suo complemento. La madre oscura, guardiana della porta è in grado di accompagnare chiunque si avvicini alla porta tra i mondi, tra vita e morte e si prepara al proprio passaggio con la falce di luna, crescente, simbolo della rinascita, nel proprio segno.

Il cerchio degli archetipi segna ritmicamente il percorso della vita di donna, ma ognuna di noi attraversa anche il cerchio, muovendosi in tutte le direzioni. Quindi non sono legati solo all’età, ma anche a fasi, stati d’animo, eventi della nostra vita.

 

L’imprinting del menarca

La modalità con cui una ragazza vive il menarca crea un imprinting qualitativo ed emozionale che condizionerà i cicli successivi della sessualità, della maternità e della menopausa. Come momento filogeneticamente rituale e atteso dall’inconscio, il menarca si carica di imprinting sociale ed emozionale nella modalità con cui viene accolto dalla madre prima e dagli altri appartenenti all’ambiente sociale della ragazza poi. Il messaggio trasmesso incide su come la ragazza si percepirà come donna, come madre, come parte di una coppia, come va incontro alla sessualità.

Le generazioni di donne maturate prima degli anni settanta, prima del femminismo e di una ricerca generale sul corpo e la biologia di donna, hanno molto spesso ricevuto un imprinting o neutro (era solo una questione di assorbenti e igiene) o negativo, di umiliazione e vergogna.

Una tradizione del Sud vuole che nel giorno del menarca la nonna, matriarca della famiglia, dia uno schiaffo alla ragazza. Messaggio? La tua innocenza è finita! Si blocca così lo sviluppo armonioso successivo nel “cerchio della vita”.

Le generazioni più giovani hanno spesso ricevuto un imprinting diverso: le loro madri le accolgono con piccoli rituali, feste ecc., il passaggio è più positivo, ma l’adolescenza, in nome di una libertà teorica, di fatto espone la ragazza e la lascia senza protezione. Viene dichiarata donna dal momento del menarca, senza considerare che lo sviluppo verso l’essere donna inizia appena e prenderà almeno dieci anni (vedi mistificazioni a p…) Oggi, spesso, all’avvento del menarca, è ancora bambina.

Così come la nascita, anche l’adolescenza viene spesso inquinata, violentata, e la ragazza oggi è esposta senza protezione alle violenze sociali e a una sessualità troppo precoce. Nel cerchio archetipico lo stadio delle sorelle di sangue precede quello dell’amante ed è risorsa indispensabile per affrontare la sessualità senza traumi e la maternità senza isolamento.

 

Le pillole che aboliscono il ciclo mestruale

Oggi, con la nuova proposta medica dell’abolizione delle mestruazioni, la ciclicità di tutto il “cerchio archetipico della vita” è messa in discussione e in pericolo.

Sì, la società scientifica è abbastanza d’accordo: le donne mestruano troppo, il ciclo crea un sacco di problemi, è debilitante per una donna, meglio abolirlo. Del tutto? Un po’?

La nuova pillola Seasonale (stagionale) permette ancora quattro cicli all’anno. Sono considerati sufficienti. Perché quattro e non tre o cinque? Deve mantenere l’illusione della ciclicità, legandola alle quattro stagioni? O è un archetipo profondo che passa attraverso le maglie strette della razionalità?

 

Dobbiamo chiederci a chi giova, cosa regala alle donne

avere le mestruazioni quattro volte all’anno.

Dobbiamo stare attenti a non staccare troppo l’identità dal corpo,

non per affermare il dominio della natura,

 ma per rispettare una dialettica costruttiva tra psiche e corpo,

senza forzature.”

Roberta Giommi

 

La Seasonale è una confezione con 91 pillole, di cui sette senza principio attivo, cioè si prende sempre per tutto l’anno, per non rischiare di dover avere un comportamento ciclico, però sono previsti 4 cicli artificiali. Dopo aver assunto Seasonale per un anno, il 58% delle donne hanno avuto un flusso irregolare e la metà di esse più di quattro giorni di perdite tra un ciclo e l’altro. Quindi la soppressione completa del ciclo è meglio secondo la  dott. Leslie Miller, ginecologa che da otto anni prende la pillola annuale. Pare che sopprimere completamente il ciclo, sia prassi comune tra le donne medico in America!

La Miller, nelle sue ricerche sui possibili effetti della pillola permanente sulla salute (www. noperiod.com) non trova rischi importanti con eccezione dell’alta sideremia di donne con il ciclo soppresso da anni che può dare danni da accumulo di ferro nell’organismo. E’ però un problema di facile risoluzione, sempre secondo la Miller, si risolve, donando regolarmente il sangue! Evidentemente, quando il sangue esce da sopra è meno minaccioso di quando esce da sotto.

Secondo il Prof. Quartararo, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica di Palermo, la pillola annuale non ha  effetti collaterali negativi sulla salute, ma può determinare qualche alterazione dell’endometrio con conseguenti irregolarità mestruali, una maggiore incidenza di stillicidi ematici, effetti negativi sulla libido, mentre è preventivo verso iperplasie uterine, cancro dell’endometrio, cisti ovariche. Ma ci togliamo preventivamente lo stomaco perché potrebbe darci un ulcera o un tumore?

La libido, un ciclo regolare e “pulito”, un endometrio funzionante non fanno parte della nostra salute, della qualità di vita?

Ma perché abolire le mestruazioni?

 

Le mestruazioni come malattia

In passato le donne avevano poche cicli mestruali perché erano sempre in gravidanza o in allattamento. Solo oggi, con la scarsa attività riproduttiva, le donne hanno tanti cicli mestruali. Secondo la dott. Patricia Sulak, ginecologa, l’incessante ripetersi di ovulazioni e mestruazioni, mese dopo mese, si associa a numerosi disturbi, incluso un aumentato rischio di tumore alle ovaie, cisti ovariche, endometriosi.

Sarah Thomas vede nel ciclo solo una fonte di disturbi: anemia, dolori, endometriosi, artrite, emicrania, cisti ovariche, la sindrome premestruale, alcuni tumori. Nei paesi occidentali le mestruazioni sono la prima causa di morbilità ginecologica. Inoltre comportano limitazioni nella produttività. La nostra società e il mondo del lavoro non ne riconosce l’esistenza e ovunque ci si aspetta che le donne funzionino sempre allo stesso modo. Perché dunque questa anomalia medica? Perché trattarne solo i sintomi? Meglio eliminarle alla fonte, togliere le fluttuazioni ormonali, dice la Sulak.

Gli estrogeni oggi sono sotto accusa, almeno durante l’età fertile, sono fonte di malattia potenziale. Nell’età della menopausa, quando naturalmente si riducono, invece sono consigliati. Ma si tiene conto dell’inquinamento nutrizionale e ambientale di estrogeni che assumiamo attraverso la carne e l’acqua? Non sono piuttosto loro causa di menarca precoce e molte disfunzioni femminili? E’ sempre più facile additare la donna come imperfetta, piuttosto che l’ambiente come inquinato da governi poco attenti al problema.

 

Per alcune donne può essere importante, allontanare e controllare le mestruazioni

 senza sentirsi invase dal codice materno,

 ma dobbiamo riflettere su due livelli:

la certezza della mancanza di rischi biologici e psicologici.

 

Roberta Giommi”

 

I rischi della soppressione del ciclo

Susan Rako, psichiatra, autrice di “No more period? The risks of menstrual suppression” (non più mestruazioni? I rischi della soppressione mestruale) avverte: intervenire sul sistema ormonale riproduttivo delle donne è il più esteso esperimento non controllato della storia della medicina.

Non esistono prove sufficienti, che il trattamento della soppressione delle mestruazioni sia completamente sicuro e reversibile (commissione multidisciplinare). Sono necessari studi sulla ripresa della fertilità dopo lungo uso di pillole annuali o stagionali. Per ora si sa che molte donne, dopo aver assunto la pillola per diversi anni devono aspettare sei mesi prima della ripresa dell’ovulazione. Il WHI (women’s health iniziative) ha fatto un’ampia ricerca randomizzata dalla quale risulta chiaramente che donne con assunzione di pillola per più di 5 anni hanno significativamente più patologie di donne con placebo, tra cui più coaguli (+211%), malattie cardiovascolari (+29%), cancro al seno (+ 26%),  ictus (+ 41%).

Secondo la Rako, l’uso prolungato delle pillole (oltre 5 anni) deprime il sistema immunitario e riduce la capacità reattiva al Papilloma virus, quindi la donna va maggiormente soggetta al rischio di cancro della cervice.

Inoltre le ricerche non tengono conto dell’esperienza delle donne.

 

La dimensione sociale delle mestruazioni

Alcune donne sostengono che le mestruazioni siano qualcosa di divino, un dono, un opportunità, una potenza, per altre non è altro che un fastidioso dolore o disagio al basso ventre e una serie di giorni neri, per altre ancora sono indifferenti. Il dolore mestruale, la sindrome premestruale depressiva sono sicuramente elementi che mettono in conflitto una donna con la propria ciclicità. Più che una potenza diventa una condanna, un appuntamento temuto e odiato.

Sicuramente oggi viviamo in una società che, dal punto di vista produttivo vuole le donne amazzoni, anzi, androgine. Aggressive, efficienti, sempre belle apparenti, devono seguire un ritmo statico, lineare, senza concessioni a vacillazioni cicliche, né di umore né di corporeità. Magre, longilinee, con poche curve, libere, asciutte, statiche, vuote, senza pancia, così l’immagine sociale si impone alle donne. Le vuole senza estrogeni dunque, che le rendono rotondette, acquose, emotive, succulenti, fertili e odorose. Per poi importare donne schiave dall’est che sono servili, rotonde, umide e sessualmente consumabili.

Nella nostra società quindi non c’è posto per le mestruazioni, non c’è posto per i bambini, la famiglia, non c’è posto per le caldane delle donne in menopausa e per i loro umori labili. Non c’è posto per la donna. Il suo istinto biologico di proliferazione, non soddisfatto dalle scarse o nulle maternità concessole, viene ridotto a disturbo, malattia pericolo.

E’ dunque facile entrare in conflitto con il nostro corpo, nell’impossibilità di poterne rispettare e esprimere i ritmi.

Nel suo libro: “Padrone del desiderio, l’universo nascosto delle donne musulmane”, Geraldine Brooks s’interroga sulla necessità nelle varie culture di controllare le donne.

In molti paesi musulmani, uno dei pochi motivi per cui una donna può chiedere il divorzio secondo la legge islamica è che il marito non abbia rapporti sessuali con lei almeno da quattro mesi. La ragione: una moglie frustrata è tentata più facilmente dal commettere adulterio, il che porta a fitna, ovvero al caos sociale o alla guerra civile.

“Iddio onnipotente ha creato il desiderio sessuale in dieci parti, poi ne ha dato nove alle donne e una agli uomini”, disse Alì, marito di Fatima, la figlia prediletta di Maometto, e fondatore dell’Islam sciita.  Alla mia scuola cattolica mi insegnavano il contrario: le ragazze, appartenenti al genere meno attivo sessualmente, dovevano controllare  il proprio comportamento perché i ragazzi, folli di lussuria, non erano capaci di controllare il proprio. In una cultura come nell’altra, chissà perché, pareva che le donne riuscissero sempre a tenere il coltello dalla parte sbagliata. Sono sempre loro a sostenere il peso della difesa dal disordine sociale, nella tradizione cattolica perché non sono considerate sessualmente attive, in quella musulmana perché lo sono. E’ proprio il timore che la libidine delle donne non sia abbastanza controllabile che spesso sta dietro le giustificazioni per la clitoridectomia, la segregazione e l’imposizione del velo. “Tu pensi che nascondiamo le nostre donne perché siamo confusi sul sesso” mi disse un giorno un amico saudita dal nome Abdulaziz. “Al contrario, le nascondiamo perché non siamo confusi”.

Le nuove pillole sono un modo chimico per controllare la libidine delle donne, promosso dalle stesse donne. Una capitolazione totale a una società ancora patriarcale e al colosso farmaceutico, una rinuncia all’autogestione del nostro corpo e al nostro aspetto genere-specifico.

 

Mestruazioni e salute

In un ciclo normale la pressione si abbassa sensibilmente per due settimane e il flusso mestruale elimina l’eccedenza del ferro, prevenendo così con due fattori importanti le malattie cardiovascolari, infarto e ictus.

La pillola riduce il tasso di testosterone che ha un picco alto durante l’ovulazione e, nel ciclo fisiologico, stimola la libido, il livello di energia, il tono muscolare e le funzioni cerebrali. (Rako)

La società di ricerca sul ciclo mestruale (SMCR) è un’organizzazione femminista multidisciplinare che promuove una ricerca accurata centrata sulla donna sulla vita riproduttiva delle donne con un approccio olistico. (www.pop.psu.edu/smer)

Sottolinea l’importanza di uno stile di vita sano e adeguato alle donne per la loro salute.

Afferma che la mestruazione è un marker importante della capacità riproduttiva e dell’ambiente endocrino di una donna, mentre i disordini mestruali sono una sorgente importante di disabilità e di consumo dei servizi sanitari, sia in paesi sviluppati che non sviluppati.(OMS).

Sulla salute mestruale incidono fattori come età, etnia, peso corporeo, attività fisica, ritmo di vita, stress, sieropositività,  depressione.

 

Libido, regolarità mestruale, potenza procreativa, ovulazione

 sono elementi importanti della salute e della qualità di vita di una donna.

Una forza, non una debolezza come viene rapresentata.

 

L’età del  menarca è direttamente in rapporto con i grassi corporei e lo stato nutrizionale della bambina. Per avere le mestruazioni i grassi devono costituire il 17% del peso corporeo e per avere l’ovulazione, il 22%circa. In una società piena di bambini obesi, ma grassofobica dall’adolescenza in poi, è facile trovare menarca precoci, con successive amenorree.

Per posporre il menarca da 12 a 15 anni circa e prevenire gravidanze eccessivamente precoci, il SMCR consiglia una dieta povera di grassi insieme a regolare, moderato esercizio fisico quotidiano durante lo scatto di crescita adolescenziale (Female fertility and the body fat connection, R.Frisch). Inoltre, l’attività atletica nel periodo liceale è correlato a un minore rischio nella vita di cancro e di diabete. Un’attività fisica di 4 o più ore la settimana riduce il rischio di cancro al seno del 50 %.

Libido, regolarità mestruale, potenza procreativa, ovulazione sono elementi importanti della salute e della qualità di vita di una donna. Una forza, non una debolezza come viene rappresentata.

Martha McClintock, professoressa all’Università di Chicago, scrive, che sostanze inodori, segnali chimici rilasciati dalle donne, possono cambiare il ritmo del ciclo mestruale e anche sincronizzarlo con altre donne. E’ stato trovato che campioni inodori presi dalle ascelle delle donne nella tarda fase follicolare accelerano il picco preovulatorio dell’ormone luteinizzante  nelle donne riceventi, accorciandone così il ciclo mestruale. Campioni ascellari dalle stesse donatrici, prelevati più tardi, durante l’ovulazione avevano l’effetto opposto: ritardavano il picco luteinizzante nella donna ricevente e ne allungavano il ciclo mestruale. Questo studio dimostra l’esistenza di feromoni umani.

Rispetto alla menopausa la SMRC dichiara che si  tratta di una fase normale della vita riproduttiva e non una carenza estrogenica da curare. La ricerca sull’eziologia delle caldane e sudate notturne sono ancora troppo scarse.

 

L’ODORE MESTRUALE

 

Nell’edizione di  dicembre 1974 del Science, degli scienziati dell’ Emory University School of Medicine hanno pubblicato un’articolo sul contenuto di acido grasso volatile di 682 campioni vaginali di donne umane. Hanno notato che gli acidi grassi volatili aumentavano durante la tarda fase follicolare del ciclo mestruale per decrescere gradualmente nella tarda fase luteinica. Gli stessi acidi alifatici (acetic, propanoic,

methylpropanoic, butanoic, methylbutanoic, e methylpentanoic) trovati nei campioni umani, si sono trovati anche in molte altre specie di primati. Anche se è disponibile scarsa informazione sull’importanza di queste sostanze negli umani, dice Michael et al. (1974), la stessa sostanza ha delle proprietà  di attrazione sessuale in altri primati. E’ interessante notare che simili reazioni di attrazione sessuale avvenivano nelle scimmie Rhesus, quando le venivano esposte delle secrezioni vaginali umani. Donne con contraccezione orale dimostravano  livelli inferiori di acidi grassi volatili e non dimostravano cambiamenti ritmici del loro andamento durante il ciclo.

Le evidenze disponibili suggeriscono, osservando le scimmie Rhesus, che altri odori senza la componente dell’acido grasso alifatico volatile presenti nelle secrezioni vaginali servono come elementi discriminatori per i maschi durante la fase preovulatoria del ciclo mestruale (Goldfoot, 1981).

Così anche l’uomo, nel periodo precoce del suo sviluppo avrà usato l’odorato, come i primati di oggi, come un fattore importante della comunicazione riproduttiva? L’accettazione dell’evidenza implica che per l’uomo, in qualche momento della sua evoluzione gli aspetti olfattivi del ciclo mestruale sono diventati obsoleti. Il successivo indebolimento dell’attrazione umana verso gli odori vaginali è collegata alla degenerazione del senso dell’odorato presente negli umani di oggi.

 

Nel XVIII° secolo in Francia le mestruazioni erano considerati essere

Impregnate con delicati vapori trasmessi dall’essenza di vita.

Ciò era particolarmente  seduttivo, perché una donna stava disperdendo effluvi seduttivi e facendo un appello alla fertilizzazione.”

Quindi le società hanno celebrato l’aroma odoroso delle mestruazioni piuttosto che soffocarlo.

Di Rachel Soble

 

Riferimenti:

Doty, R.L., M. Ford, G. Preti, and G.R. Huggins. 1975. Changes in the intensity and pleasantness of human vaginal odors during the menstrual cycle. Science 190: 1316-1317.

Goldfoot, D.A. 1981. Olfaction, sexual behavior, and the pheromone hypothesis in rhesus monkeys: A critique. Am. Zool. 21(1): 153-164.

Michael, R.P., R.W. Bonsall, and P. Warner. 1974. Human vaginal secretions: Volatile fatty acid content. Science 186: 1217-1219.

 

 

            La celebrazione delle mestruazioni

Sempre dall’America, lo stesso paese che ci porta la pillola Seasonale e le cui ginecologhe s’impegnano per la donna androgina, viene un largo movimento di celebrazione delle mestruazioni e dei misteri del sangue femminile, quel sangue che sgorga senza ferite.

Vanessa Tiegs dipinge immagini positive delle mestruazioni con il suo sangue mestruale. Numerosi workshop e ritiri mestruali, come quello dell’erborista Kami McBride del Living Awarness Institute in Santa Cruz, reinsegnano donne di tutte le età sulle mestruazioni. Una scuola triennale in Toscana, gestita da alcune donne nordamericane, reintroduce le discenti nei misteri del sangue e nelle forze del ciclo femminile.

Di seguito alcune interpretazioni simboliche:

Nel Tantra la forza mestruale ha in sé una forza spirituale superiore a quella degli uomini. Quindi l’uomo può raggiungere il massimo di elevazione spirituale unendosi a una donna mestruata. Il flusso del rosso unito al flusso del bianco forma un mandala dell’illuminazione e ha molto potere. La paura del potere crea i tabù: il tabù sessuale di unirsi a una donna mestruata, il tabù della deflorazione (jus prima noctis) ecc.

“Il sangue è vita, il sangue mestruale è la vita del futuro. Dobbiamo usarlo senza paura e con orgoglio” dice Elizabeth Davis.

Il sangue mestruale appartiene all’elemento fuoco e porta visioni e preveggenza. Il sangue mestruale può sacralizzare oggetti e rituali. In India esiste un tempio delle mestruazioni, dove viene venerata una Dea delle mestruazioni. I devoti si tingono il viso, le mani con una sostanza rossa che ricorda il sangue mestruale per assorbirne gli effetti energetici e spirituali. Fertilità alle donne e alla terra, capacità visionarie, afrodisiache e di buona fortuna vengono dispensate dalla dea delle mestruazioni.

Legami di sangue li troviamo nelle sorelle di sangue, cerchi di donne, amicizie femminili di confidenza e sostegno estremi, il bonding di sangue si esprime spesso nel sincronizzare il ciclo di donne che vivono insieme.

Dare il proprio sangue mestruale alla terra, sedersi sulla terra mestruando è un rito magico, fertilizzante che è ancora vivo nella fantasia di molte donne. La terra e il sangue sono istintivamente e profondamente legati, la terra, l’origine, l’endometrio il nostro primo contatto con noi, con la materia! In molti miti della creazione del mondo al principio c’è un grumo di sangue, dal quale prendono forma le varie parti del mondo.

La dimensione acquatica delle mestruazioni è nel fluire, pulire, purificare. Fluiscono le emozioni bloccate, le cose ritenute, la vita stessa, il corpo ci invita ad abbandonarci a lui, ai suoi ritmi, a scorrere con lui, per riemergere leggere, fresche, con rinnovate energie.

All’elemento aria l’aspetto della rinascita. Dopo le mestruazioni siamo nuove, all’inizio, il ciclo ricomincia da capo.

Invidia e paure maschili del sangue femminile hanno prodotto sia riti iniziatici maschili col sangue, che repressione e tabù per contenere la potenza femminile.

Con la soppressione mestruale cosa viene celebrato e/o attaccato? la ritmicità della donna (l’ovaio è l’organo regolatore dei ritmi), la ciclicità, l’imprevedibile, l’erotismo, la potenza procreativa e creativa, il mondo interiore, le capacità visionarie.

 

Conclusione

Siamo dunque messe di nuovo di fronte a una scelta: vivere come persone o vivere con la nostra specificità di genere, vivere nella parte alta del corpo o scendere (almeno periodicamente) nella pancia, avere le mestruazioni o non averle, controllarle e sottometterle ai nostri voleri o lasciarci guidare da loro nell’abbandono a una forza interiore saggia. La scienza moderna ci offre numerose scorciatoie apparentemente comode e facili.

E’ iniziato con la scelta se avere figli o no, la maternità si è evoluta da destino, compito matrimoniale, a una scelta consapevole, almeno in teoria. La contraccezione ha liberato la donna da questo suo destino biologico. Sappiamo bene quanto poco sia usata, soprattutto dalle ragazze giovani e quanto spesso i figli “capitano” a proposito o sproposito. Poi, con la diagnosi prenatale, si è imposta la scelta del tipo di figlio da avere, la donna è diventata responsabile del tipo di bambino che mette al mondo o decide di non mettere al mondo mettendola in un dilemma profondo tra istinto materno e istinto sociale. Il parto da tutte le culture è sempre stato manipolato e controllato, la nostra non può che medicalizzarlo, infine il dolore del parto, sua naturale componente, è stato eliminato ed ha posto la donna di fronte alla scomoda scelta di un disagio molto grosso, del dolore del parto per mantenere fede alla propria ciclicità. Infine il parto stesso è stato superato con il più rapido e asettico taglio cesareo offrendo una via di fuga da un passaggio difficile. Sappiamo bene, che né l’epidurale, né il cesareo sono indolori e che spesso lasciano nella donna un senso dell’incompiuto, ma soprattutto inibiscono il procedere nel “cerchio della vita”.

Nel frattempo tutte le fasi critiche nella vita della donna sono state medicalizzate. Menarca, sessualità, maternità, menopausa, terza età non sono più stazioni cardinali nel cerchio dell’evoluzione della donna, momenti di passaggio che preparano le fasi successive, bensì momenti di potenziali malattie. Il paradosso della medicina oggi vuole le donne giovani senza estrogeni, né cicli, salvo per una maternità; se non è naturale c’è quella artificiale, ma non esageriamo, uno, massimo due bastano, salvo che non sia il prodotto del medico (sei tutti in una volta). Dopo 35 anni la donna è già considerata vecchia. Salvo poi trovare un’improvvisa gioventù nel momento in cui il suo corpo si congeda dalla riproduzione per usare le proprie energie in un modo diverso. Ora gli estrogeni sì, la gioventù, la sessualità giovanile sì, ora, invita la medicina, devi essere ragazza. E puoi anche avere figli oltre il limite posto dalla biologia.

La biologia della donna la porta ciclicamente nel disagio, nel dolore. La donna moderna rifiuta questa dimensione, dal momento che esistono alternative, che la fanno stare bene. Più che comprensibile. Ma perché il disagio, il dolore non è più accettabile? I due movimenti polari, da una parte della scienza medica che sopprime ciclicità, fluttuazioni incontrollabili come mestruazioni, parto e menopausa, dall’altra parte dei gruppi di donne in tutto il mondo che celebrano le mestruazioni e ne sottolineano, esasperandolo anche, l’aspetto spirituale, sacro, emozionale ci parlano di una perdita di significato che porta all’appiattimento e di una ricerca conseguente a un significato più profondo che ci fa comprendere consapevolmente tutta la ricchezza dell’essere donna. Che sia attraverso la perdita che dobbiamo ricercare e trovare il vero significato dell’essere donna? Più consapevole, più maturo?Integrazione tra biologia femminile e socialità o distacco tra corpo e pische, questo forse è la scelta da considerare.

Che il sapere delle mestruazioni non vada perso è assicurato dal museo delle mestruazioni di New York. In un ampissimo sito internet (www.mum.com) presenta infiniti aspetti di quest’evento, arte, video, ricerca, storia e tantissimi link con gruppi di ogni tipo e colore che si occupano di mestruazioni e ne porta alla luce la sua dimensione sociale, culturale, esistenziale.

 

Bibliografia:

S.L. Thomas, C.Ellertson, Nuisance or naturale and healthy: should monthly menstruation be optional for women?, Lancet 2000, 335: 922-24

 

Writing group for the women’s health iniziative investigators: Risk and benefits of estrogen plus progestin in health, postmenopausal women: principal results from the women’s health iniziative randomized control trial. JAMA 2002; 288: 321-333

 

The society of menstrual cicle research Newsletter, autunno 2003

 

Martha McClintock , Menstrual synchrony and suppression. Nature 229: 244-245, 1971, British journal Nature [392, 177(1998)]

 

C. Northrup, Guida medica da donna a donna, red ed.1998

 

E.Davis: The circle of life, thirteen archetypes for every woman,  mark@tenspeed.com

 

G. Brooks, Padrone del desiderio, l’universo nascosto delle donne musulmane, Sperling ed.1995

 

Siti internet:

Centre of menstrual cycle and ovulation research: www.cemcor.ubc.ca

The society for menstrual cycle research: www.pop.psu.edu/smer

Il museo delle mestruazioni: www.mum.com

www. noperiod.com

www.ecologiasociale.org/pg/dum_biopotere_seasonale.html

 

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5 pensieri su “Noi, donne obsolete, che mestruiamo e partoriamo ancora

  1. Trovo questo documento bello ricco e poetico mi ha riempito di gioia e orgoglio di essere donna .mi chiamo Anna ho 44 anni ho sempre rifiutato la pillola mai usati contraccettivi ma solo imposto il condom ,sono sposata da 10 anni e ho due figlie nate da parto naturale senza epidulare, allattate fino a tre anni ,sono stupende sane cresciute lontane dalle medicina occidentale.Spero di vivere abbastanza allungo per poter istruire le mie figlie
    Alla vita naturale e al rispetto del corpo e della loro identità di donne.

    • l’articolo non vuole dare dei consigli o dritte rispetto a uno stile di vita riproduttivo. Il suo scopo è solo informativo, in modo da poter includere questi saperi nelle proprie valutazioni.

  2. L’articolo è bellissimo e sono d’accordo su tutto, ma mi permetto di dire che la frase “L’età del menarca è direttamente in rapporto con i grassi corporei e lo stato nutrizionale della bambina. Per avere le mestruazioni i grassi devono costituire il 17% del peso corporeo e per avere l’ovulazione, il 22%circa. In una società piena di bambini obesi, ma grassofobica dall’adolescenza in poi, è facile trovare menarca precoci, con successive amenorree.” non è corretta.
    Io ho mestruato la prima volta a 12 anni pesando 28kg, essendo sottopeso e sottomisura e non avengo un grammo di ciccia addosso…

  3. Grazie Verena, grazie!

    La grande ricchezza di dati sostiene in modo scientifico le tue osservazioni – cosa di cui molti hanno ancora bisogno….Per fortuna c’è un grande movimento di ritorno alla femminilità e all’essere donna archetipici, che contrastano le aberrazioni sociali moderne.

    Grazie per i tuoi scritti!

  4. Cara Verena, Grazie per questo approfondimento chiaro e articolato. Parli diuna scuola in toscana, avresti maggiori informazioni?
    Grazie
    Angela

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