Più che della menopausa voglio parlare del passaggio della mezza età, un periodo della vita dove gradualmente finisce la giovinezza e si prospettano nuovi orizzonti, questa volta in un moto centripeto.
Non sempre questo passaggio coincide con la fine del ciclo mestruale, può avvenire prima o anche dopo. A volte sono certi eventi della vita a porci prima di fronte al cambiamento.
Il fatto che la fine dei cicli fertili avvenga nella mezza età ha fatto associare due fenomeni che non necessariamente sono vincolati tra loro: l’invecchiamento e la fine del mestruo.
La fase riproduttiva, sopratutto oggi, finisce molto prima della fine del ciclo. Già a 35 anni una donna è considerata vecchia per fare bambini, figuriamoci a 48 o 49 anni!
Quando io mi formavo come giovane infermiera nel reparto maternità di un piccolo ospedale di campagna, era frequente avere delle partorienti cinquantenni, che avevano ancora un bambino a volte in contemporanea con una delle loro figlie maggiori, ma questi sono tempi passati.
Quindi l’addio alla maternità (intesa come riproduzione) avviene diversi anni prima della fine della fertilità.
Le dinamiche familiari, di coppia, o la vita da single (volontaria o costretta) cominciano a chiedere un loro bilancio. Il corpo cambia, gli aspetti estetici esteriori lasciano il posto ad altri aspetti più interiori. Le energie non sono più le stesse, la capacità di sostenere gli stress si riduce, il corpo, come in gravidanza manda segnali che invitano a una maggior calma, un maggiore ascolto, ritmi più lenti.
La ciclicità
Prima d’ora la donna è già passata attraverso due altri cicli di cambiamento fondamentali: l’adolescenza e la maternità. La menopausa racchiude in sé aspetti di tutt’e due:
i disordini ormonali e l’età di passaggio, simile all’adolescente fanno altalenare la donna tra l’essere ancora una ragazza e l’essere ormai una donna matura con sbalzi d’umore tra euforia e depressione conseguenti, con una sensibilità a fior di pelle e la paura di crescere.
I segni del corpo, simile alla gravidanza la mettono in gestazione di sé stessa e la preparano a una nuova nascita di sé. Naturalmente una donna è più motivata a sopportare disagi fisici per la gestazione di un bambino che per la gestazione di sé stessa. Raramente, dopo i lunghi anni del prendersi cura degli altri, si sente autorizzata a dare spazio a sé, anzi, più spesso lo teme. Prevale spesso la paura di aprire cassetti finora rimasti chiusi.
Nel cerchio della vita della donna due sono gli archetipi femminili che si attivano in questo periodo: l’amazzone e la matriarca.
L’amazzone è la donna che, dopo lunghi anni di accudimento e di presa di responsabilità riprende in mano se stessa, diventa “egoista”, nel senso che si mette al centro di sé, chiude la sua base corporea, porta l’energia dentro, riprende vecchi progetti e sogni, dà spazio alla sua parte più istintiva, selvaggia. E’ battagliera, determinata e disubbidiente. Magari comincia a viaggiare, o a studiare o a dipingere o altro ancora. Libera da sensi di colpa si autorizza al suo tempo. Nella sua polarità opposta nel cerchio della vita sta l’archetipo della figlia, che rappresenta un bocciolo chiuso in sé e pieno di sé, che esiste in sé e per sé e che contiene il suo progetto di vita originario. L’amazzone riprende il filo di quand’era bambina, il bocciolo si schiude.
La fase dell’amazzone in genere si evolve in quella della matriarca ma si può passare anche direttamente a questa fase, dipende dalla maturazione individuale. Una volta ridefinitasi, la donna riesce a fondere i contrasti e a guidare con un’autorevolezza interiore i suoi gruppi sia familiari che sociali. Riesce a mantenere un equilibrio tra il dare e il prendere, tra altruismo e egoismo,apertura – chiusura. Può dare molto alla società, al lavoro. Matura e equilibrata diventa riferimento e figura di sostegno per gli altri, senza perdersi.
Il passaggio della mezz’età e gli eventuali disagi correlati hanno dunque aspetti fisici, psichici e sociali che possono influire in senso positivo o aggravante.
Simile alla gravidanza i condizionamenti culturali pesano molto sulle modalità di vivere e affrontare il cambiamento. L’accento è sui rischi, c’è un lungo elenco di tutto ciò che potrebbe succedere, la medicalizzazione, anche preventiva sembra l’unica via, l’atteggiamento culturalmente proposto è di tipo evitante, che nega il cambiamento. La menopausa diventa un tabù.
Simile alla gravidanza i segni del corpo non vengono compresi e i loro nessi con gli aspetti personali – relazionali ed emozionali – non trovano interprete.
Simile alla gravidanza manca uno spazio sociale per condividere, vivere e elaborare il cambiamento, per preparare un “parto/passaggio” naturale, salutogenico, che accresce la qualità della vita e riduce gli effetti negativi a lungo termine.
E’ dunque difficile per le donne, comprendere, cosa veramente succede, conoscere la via psicofisica del cambiamento.
Di conseguenza è difficile interagire con il cambiamento, trovare delle modalità concrete per gestire le nuove situazioni, per interagire con il proprio corpo.
E infine, la cosa più difficile è comprendere la funzione del cambiamento, trovargli un senso esistenziale e anche spirituale tale da creare una profonda motivazione per affrontarlo in modo creativo e propositivo.
Il senso di coerenza
Il comprendere, l’interagire e il dare un senso sono i tre fattori che compongono ill senso di coerenza che, a sua volta, forma la capacità di adattamento attivo (coping), per riprendere la teoria dell’adattamento di Antonowsky. Come possiamo evincere dalle cose dette, il coping anche in questo passaggio della vita è messo a dura prova.
Maggiori sono le difficoltà nei fattori del senso di coerenza, maggiore è il rischio di soffrire di disturbi della salute. O, in altre parole, più forte è il condizionamento sociale e la delega alla medicalizzazione, più manca un riconoscimento sociale di questo cambiamento e peggiore è la salute, o più forti sono i sintomi disagevoli della menopausa. Qui ritroviamo nuovamente l’influenza dei fenomeni socio-culturali su quelli fisici.
Nel continuum salute – malattia che fa parte dell’adattamento, è la qualità del senso di coerenza di una persona a spingerla maggiormente verso la polarità della salute o della malattia nella misura, in cui è in grado di usare le proprie risorse e di essere propositiva nei confronti delle nuove sfide.
IL SENSO DI COERENZA
crea la capacità reattiva, di adattamento attivo (il coping)
E’ composto da:
- A. comprensione di cio’ che accade (del mondo), saper dare un ordine
- B. sensazione di avere il controllo sugli eventi e sull’ambiente (sul mondo), saper interagire
- C. dare un significato profondo alle cose,agli eventi (al mondo), crea motivazione con emozione saper dare un senso
Ogni crisi della vita può indebolire o rafforzare il senso di coerenza. Pubertà e maternità sono le grandi “crisi” ormonali nella vita di una donna, quindi il modo come sono state affrontate e il loro imprinting sul senso di coerenza determinano in gran parte come verrà affrontata la menopausa.
La maternità in particolare mette la donna anche in contatto con la morte, sia nella sua forma simbolica o psichica, sia nella sua forma reale. Nascita e morte sono eventi che passano attraverso la medesima porta e le donne partorienti stanno sulla soglia di questa porta.
La presenza della morte come realtà ineluttabile è un grande tema dell’età di mezzo. La direzione che dalla nascita si espande in modo centrifugo verso l’infinto, tocca il finito, s’inverte e diventa centripeta. Da ora in poi la morte è di fronte, non più alle spalle, tingendo la vita di nuova intensità e di preziosità, ma comincia a chiedere i suoi tributi, iniziano i distacchi da molte cose non essenziali, da fasi della vita, da persone care. Se il tema è già stato affrontato prima nella vita e durante la maternità, il senso di coerenza ne sarà rafforzato e il coping sarà facilitato. Viceversa, e per le donne che non hanno avuto gravidanze, sarà una barriera non facile da superare.
Le modalità con cui è stato vissuto il corpo e affrontato la salute durante tutta la vita è un altro elemento di rilievo nel senso di coerenza. Chi ha già sviluppato un’attenzione verso i bisogni del corpo e una modalità attiva di affrontarne le richieste in prima persona si troverà facilitato in questa fase, chi ha sempre delegato e ha usato il corpo in modo utilitaristico, potrà ora cogliere l’opportunità per cambiare, seguendone i forti richiami.
Si prepara la seconda metà della vita e la vecchiaia, e molto può essere fatto per la salute presente e futura.
Un altro grande tema sono le relazioni: con i figli, con il partner, con i genitori anziani o morenti, con amici e amiche. Tutte queste relazioni chiedono un resoconto, chiarimenti, nuove definizioni.
Le relazioni sono allo stesso momento risorsa e problema e il senso di coerenza incide su come vengono affrontate e gestite. Un forte senso di coerenza permette una gestione proattiva e propositiva delle relazioni e dà anche la forza di troncare o limitare quelle non salutogeniche per la persona. Una donna con un senso di coerenza più debole, facilmente si lascia invadere e continua a spendere tutte le sue energie per gli altri, tenendo vicine anche persone che le tolgono forza. In questo periodo spesso alla donna è richiesta di passare dalla cura dei figli alla cura degli anziani genitori e parenti ed è importante che prenda la misura anche con i propri bisogni e le forze a disposizione. La capacità di dire no diventa importante, scelte s’impongono.
Il lavoro e le attività sociali sono in rapporto con l’autorealizzazione. E’ il tempo di cercare soddisfazione in quello che si fa, di mettere a frutto le esperienze maturate. L’istinto di autorealizzazione preme, ora che l’appartenenza è assicurata. Ancora il senso di coerenza incide sulle modalità con cui il tema viene affrontato. Chi già negli anni passati ha potuto dare espressione alla propria creatività sociale si troverà avantaggiata, viceversa è ora il momento di farlo. Ancora ci sono molti anni attivi davanti, salute permettendo.
L’età di passaggio funge da centralina: da una parte raccoglie gli input provenienti dalle esperienze vissute fin qui, dall’altra parte prepara gli output per il tempo ancora da vivere. Nella donna questo momento è più incisivo che nell’uomo, perché un grosso cambiamento avviene anche nella sua biologia. Non più deputata alla riproduzione e all’accudimento della specie, il corpo cambia per affrontare altri compiti, l’energia da donativa, nutriente, diretta verso la terra, fredda cambia direzione, sale verso l’alto e si trasforma in energia conservativa, creativa, calda che nutre prima di tutto il sé.
In questo momento dove si crea nuovamente il caos, simile al primo trimestre della gravidanza, dove il corpo, gli elementi si scombussolano, chiedono cose nuove, dove il sonno diventa leggero e i risvegli frequenti, dove qualcosa comincia a muoversi dentro, si apre un grande spazio per cambiare lo stile di vita, la qualità dell’ascolto, le relazioni, il rapporto con sé stesse, un’opportunità di rafforzare il senso di coerenza e con esso la propria capacità reattiva, di adattamento o di coping.
Mentre Antonowsky ritiene, che il senso di coerenza, e con esso la predisposizione all’ammalarsi, sia determinato per sempre dopo l’adolescenza, R.Lorenz, in successive ricerche ha osservato che il coping può essere migliorato sopratutto nelle fasi critiche della vita, quando le strutture rigide vengono mosse e allentate dagli eventi, attraverso il sostegno, la creatività, l’acquisizione di competenze e il lavoro su di sé.
Migliorare il coping significa operare la salutogenesi.
I corsi per le donne nell’età di passaggio
I corsi durante l’età di mezzo sono un importante strumento di salutogenesi e rientrano a pieno nelle competenze dell’ostetrica. Sostegno, offrire conoscenze, competenze, dare un senso e stimolare la creatività sono dunque gli obiettivi specifci, finalizzati ad accrescere la capacità di adattamento.
Oltre all’affrontare i temi sopraelencati attraverso una condivisione in gruppo è importante anche proporre un lavoro corporeo mirato all’ascolto di sé e alla facilitazione dell’invertimento delle energie. Tutte le energie portate verso il basso durante la maternità, ora si devono raccogliere nella base corporea e salire verso l’alto. Il perineo come centralina fisica del cambiamento deve ritrovare la sua forza per poter spingere l’energia in alto e trattenerla, per rafforzare l’autostima e dare confini e limiti. Le ossa devono sentire il peso del corpo, le articolazioni mantenere la loro flessibilità. Il respiro deve farsi profondo e potente e accompagnare la voce per farla cantare. Le forti energie calde devono trovare espressione e sfogo. La creatività, stimolata anche dai livelli alti di gonadotropine (neuromediatori per il cervello destro) deve fiorire. Spazi per l’ascolto del corpo e di voci e visioni interiori devono essere offerti attraverso il rilassamento.
Inoltre, attraverso i corsi è possibile creare uno spazio sociale per la menopausa che fa conoscere e valorizza i nuovi contenuti della vita matura, una nuova bellezza e forza di spirito.
Un gruppo di donne in quest’età può rappresentare un’opportunità di approfondire un percorso già iniziato oppure può essere la scoperta di spazi completamente nuovi e opportunità di migliorare lo stile di vita proprio e, di consequenza anche della propria famiglia verso una salute migliore.
L’attivazione delle risorse endogene corrisponde all’esprimere e mettere in campo i propri potenziali, è dunque un atto di empowerment. E ancora: empowerment è salutogenesi.
Riferimenti per il lavoro corporeo in menopausa:
- Il radicamento e la centratura – carica le ossa, concentra, addensa
- La flessibilità della colonna vertebrale – scioglie le rigidità anche psichiche e apre al nuovo
- Aprire e sciogliere le spalle – accompagna il lavoro sul perineo (rafforza il muscolo trasverso) e rafforza l’autostima, ravviva il seno, ha effetti antidepressivi
- Il lavoro sul respiro – come sopra, porta aria nuova dentro, ossigena le cellule
- Il lavoro sul bacino – migliora la salute genitale e sessuale, mantiene irrorato gli organi del piccolo bacino, muove l’energia in una spirale verso l’alto
- Il lavoro sul perineo: lavoro di chiusura e contenimento per dare forza e spingere l’energia verso l’alto – mantiene la vagina irrorata e umida, previene gli emorroidi e l’incontinenza, rafforza l’autostima
- Le posizioni di forza e il lavoro sul fuoco – fa divampare il fuoco, scarica le caldane (amazzone)
- Il canto – apre e porta fuori, l’energia sale
- L’integrazione tra lato destro e sinistro – favorisce un nuovo equilibrio (matriarca)
- La danza, il libero movimento – apre un canale di sfogo alle emozioni positive e difficili come la rabbia, scarica
- La creatività espressiva (creta, pittura ecc.) – apre spazio alle visioni, rafforza il senso di coerenza
- Rilassamenti – offrono tempo e spazio per sé, rallentano i ritmi, rigenerano il corpo e l’anima
- Visualizzazioni libere – danno spazio alle visioni, al bisogno di spiritualità
- Il lavoro in acqua (piscina) – scioglie, calma, raffredda, accoglie
Complessivamente il lavoro corporeo aiuta le donne a ritrovarsi nel corpo che cambia e ad ascoltarsi di più per rispettarsi meglio nei loro bisogni di fondo. E’ mezzo per aumentare la creatività, la competenza e la ricerca su di sé, in altre parole per alzare il livello del senso di coerenza e proiettarsi verso la salute.
Riferimenti bibliografici:
Antonowsky A. (1987), Unraveling the mystery of health, how people manage stress and stay well, Jossey Bass pubblishers, San Franzisco, USA
Lorenz R. (2005)/ Salutogenese, Reinhardt Verlag Muenchen/Basel
Gli anni della menopausa
SE SOLO ASCOLTO IL MIO CORPO…
Se solo ascolto il mio corpo
mi parla di me, mi chiama a sé.
Mentre penso di essere in un luogo
mi dice: no… non sei là, sei quà
Vieni!
Hai bisogno di tempo, hai bisogno di silenzio, hai bisogno di me.
Se solo ascolto il mio corpo
mi dice: ci sono io qui con te,
ti contengo, ti abbraccio, ti guido, ti scuoto,
ti porto negli abissi e poi alle vette,
ti perdo per poi ritrovarti più nuova, più forte di prima
nell’intimità.
Se solo ascolto il mio corpo
sento che vibra e ciclicamente m’innamora
della vita, del tutto, del niente, di me,
m’inonda di ormoni con secchiate improvvise
che mi fanno ballare e ridere di felicità.
Mi emoziona della luna che vecchia è sempre nuova
dei bimbi che ridono correndo sull’aia,
mi fa stupire di terra, fili d’erba, foglie,
cose ordinarie, ma piene di magia
quando lo sguardo si posa attento.
Se solo ascolto il mio corpo
mi presenta con delicatezza il finito,
m’insegna il distacco e mi fa gustare la pienezza,
i frutti maturi che scoppiano del loro succo
prima di cadere e lasciare rami vuoti.
Mi svela il viso della signora morte che mi attende un giorno vicino o lontano
E mi ricorda cosa conta davvero, facendomi scegliere con chiarezza
le cose dentro il mio tempo
Se solo ascolto il mio corpo
mi guida nel regno della creatività.
Mi fa riposare, sognare, viaggiare
con i pensieri e l’anima nello spazio di là.
Metto antenne per il sottile e vedo oltre a volte
Se solo ascolto il mio corpo
m’inonda di fuoco il cuore
e porta, raccolte le forze in sù,
percorre il corpo con brividi caldi
mentre fondono sbarre di vecchie prigioni.
Se solo ascolto il mio corpo
rallento il ritmo, chiedo spazi nuovi,
do spazio al movimento, al tempo con lui.
La base si chiude in solido contegno
e regge un io nuovo fiammante che si dona
ciclicamente a me e al mondo
offrendo i frutti del cuore.
Se solo ascolto il mio corpo…
Anche se sono un uomo ho letto con interesse questo articolo. Amo le donne anche se spesso faccio fatica a capirle. Nel periodo della menopausa hanno bisogno di tante attenzioni e coccole…
un uomo che capisce!
FANTASTICO
Mi ritrovo tantissimo in questo articolo. Ho 48 anni, quasi, e ho avuto un ultimo figlio 44
Sto passando direttamente da allattamento a climaterio e come per la gravidanza sento il bisogno di condivisione con altre donne e la necessità di supporto e presenza e comprensione da parte del compagno.
Grazie per questo interessantissimo articolo